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TELELAVORATORI: LA NUOVA RESISTENZA

TELELAVORATORI: LA NUOVA RESISTENZA

25-03-2020PostSMART WORKING

LO SMART WORKING AI TEMPI DEL CORONAVIRUS: informazioni, consigli e servizi per aiutare aziende e lavoratori a gestire il cambiamento imposto da questi tempi difficili.

 

Un plauso agli sforzi che ognuno di noi sta facendo per adeguarsi allo Smart Working in emergenza Coronavirus. Ma è Smart Working? No, è lavoro da casa. Il cambiamento è complesso e non può essere gestito usando le solite regole, pena i rischi organizzativi che l’Azienda corre, e non deve essere gestito usando le solite regole per rispetto delle Persone. In questo articolo condivido delle informazioni, fornisco dei consigli, offro dei servizi.

In un modo o nell’altro siamo riusciti a consentire la continuazione dei processi di lavoro. L’arrivo del coronavirus ci ha obbligato ad accelerare un processo che comunque era già in atto. L’Italia nel 2017 era in ritardo in confronto all’Europa, anche se in anticipo rispetto ai parametri previsti dai nostri governanti, per l’adozione di politiche di Smart Working, già nel 2019 era quasi allineata con le medie del nostro continente.

Dalle varie indagini nelle aziende italiane emerge che, più che il benessere della Persona al lavoro, pare interessare l’efficientamento e il cost saving, ma cosa potevamo aspettarci da un 92% di PMI? Ora però il telelavoro adattato per bisogno, ci ha portato a un punto di non-ritorno a favore di un uso sempre più esteso di questa forma di cultura organizzativa: il vero Smart Working.

È “cultura” senza mezzi termini: i risvolti sociali, antropologici e organizzativi sono sostanziali. Sentiamo sulla nostra pelle che i destinatari di questa modalità di lavoro possono non desiderare di starsene a casa, piuttosto preferiscono andare in ufficio, che resta comunque un importante luogo di socializzazione. Inoltre le Persone si assumono una presa di responsabilità importante, dei rischi che avvicinano il lavoratore subordinato sempre più al lavoratore autonomo. E i capi? E le funzioni? E i sistemi? È un profondo cambiamento nel modello di management delle risorse umane, che in Italia è ancora molto improntato al controllo diretto del capo sui subalterni, e dove la delega funziona grazie a un controllo relazionale e la fiducia si basa sulla percezione di adeguatezza di competenze e performance lavorativa. Per lavorare con il livello di autonomia richiesto serve ben altro; ci ha iniziato a preparare “il progetto” previsto dalla Biagi; oggi non siamo neanche più dinanzi alla collaborazione coordinata e continuativa ma a un lavoro autonomo orientato non dagli obiettivi di risultato come vogliono farci credere, ma dal coinvolgimento personale che si materializza nella performance; con un passaggio da staffetta, dall’azienda ai capi, dai capi ai lavoratori, affievolendo i tradizionali poteri di direzione organizzazione e disciplinare grazie al travaso di potere autodirezionale, autorganizzativo e anche autodisciplinare. È una grande responsabilità.

La gestione del tempo, l’organizzazione delle proprie risorse, la coscienza di essere parte di processi di lavoro sempre più virtualizzati, la “delocalizzazione” del posto di lavoro richiede intelligenza. Chi non si adegua rischia di essere rimpiazzato non dal tanto temuto extracomunitario o dall’azienda cinese ma dall’intelligenza artificiale che mai si ammala. Serve rivalutare il contributo umano al lavoro.

Per adottare una strategia organizzativa che si avvale di lavorazioni in smart working bisogna passare da una visione di un sistema lavorativo meccanico e complicato a un sistema organico e complesso come è quello dell’uomo del 2020 al lavoro; un’attenta analisi preliminare che vada oltre le dimensioni di tempi e costi. Le dimensioni da considerare sono molte di più (e questo rende il sistema complicato) ed è proprio la loro correlazione e interferenza che attribuisce al sistema la connotazione di “complesso”. Tocchi una dimensione e inevitabilmente si muovono anche tutte le altre.

Propongo una mappa delle dimensioni:

Persona

Azienda

Opportunità

1.   Risparmio sui costi

2.   Flessibilità

3.   Bilanciamento Vita e Lavoro

4.   Performance e soddisfazione

1.   Risparmio sui costi

2.   Benessere organizzativo

3.   Coinvolgimento

4.   Produttività

5.   Modernità, reputazione, attrattività

Minacce

1.   “Porosità” del tempo

2.   Identificazione Vita/Lavoro

3.   Distorsione della comunicazione interpersonale

4.   Smarrimento per mancanza di punti di riferimento

1.   Ansia da perdita di controllo

2.   Dispersione del lavoro

3.   Revisione dei processi HR

4.   Disallineamenti comportamenti lavorativi

5.   Adeguatezza tecnologica

6.   Sicurezza lavoratori

7.   Minore appartenenza

 

Chi si occupa di HR, di “gestione delle risorse umane”, finisce per diventare molto più sfaccettato e “umano” senza poter tradire le aspettative sui compiti e responsabilità tradizionali quali quelle amministrative e gestionali tipiche. Quindi il tempo si farà sempre più denso, più complesso. È importante farsi aiutare da professionisti (anche solo come benchmark) e da tecnologia vocata alla gestione dello Smart Working (non solo le piattaforme di collaboration tipo Skype, Hangout ecc.). ValOre è il software per lo smart working. È fondamentale improntare bene il sistema dall’inizio e affidarsi alla capacità di ogni worker di fare la sua parte dopo che l’autonomia suddetta sia stata comunicata, formata e sostenuta per garantire il coinvolgimento e l’orientamento al bene comune che altrimenti si tradurrebbe, nel medio lungo termine, in schegge impazzite; oggi il governo si autogarantisce per lo sforzo unanime di resistere ad un attacco senza precedenti, ma poi? Fondamentale il ruolo e il lavoro dei capi che diventa il vero garante della tenuta complessiva del sistema. Non c’è voce, nella matrice sopra riportata, su cui il capo (che definirei hub mutuandolo dalle reti informatiche) non abbia influenza – direttamente o indirettamente. E ci chiediamo quanto, in questa importante categoria, sia diffusa la consapevolezza del nuovo ruolo richiesto, che non potrà più essere quello di ottenere i risultati aziendali attraverso le persone utilizzando in modo efficiente ed efficace le risorse aziendali, ma piuttosto quello di fare di tutto perché i collaboratori possano lavorare al meglio. È il nuovo modello di Leadership di Servizio, dove le competenze umane e relazionali avranno sempre più rilevanza, assieme alla centratura personale e alle capacità di creare un senso del lavoro per facilitare i comportamenti attesi.

 

Qualche consiglio per i lavoratori:

  1. Hai valutato se la dotazione tecnologica è adeguata per garantire una buona performance lavorativa? Sei in grado di far capire al tuo capo quanto e come stai lavorando senza inondarlo di email ma promuovendo il tuo lavoro con report sintetici?
  2. La postazione di lavoro è idonea a prevenire problemi fisici e ti permette di garantire la riservatezza delle informazioni aziendali (utilizzo per fini personali del pc)?
  3. Ti sei dato delle regole per definire una routine di abitudini che scandiscano l’inizio e la fine della giornata lavorativa, dando spazio ai momenti di pausa per il recupero delle energie, magari associando questi momenti a iniziative di socialità virtuale con i propri colleghi?
  4. Poni la giusta attenzione al bilanciamento tra reale e virtuale? Oltre alla digitazione non tralasciare la scrittura, gli schemi, i fogli e i colori, e nella comunicazione oltre alle chat e alle mail valorizza la voce e l’ascolto con il telefono e la videoconferenza.
  5. Hai chiare le aspettative e gli obiettivi che il tuo capo ha sul tuo lavoro? Hai pianificato le attività, definito le scadenze, coordinato le priorità tra te e gli altri?

 

Qualche consiglio per i capi:

  1. Oltre a quanto sopra detto per i lavoratori, tieni le persone costantemente allineate rispetto al piano di lavoro della tua area e le aggiorni sulle novità?
  2. Hai definito in modo più frequente e strutturato i momenti di feedback per i tuoi collaboratori? Ti aiutano i sistemi con le metriche di governo della performance?
  3. Preferisci una visione complessiva dell’apporto lavorativo di ognuno senza perderti nel controllo di ogni singolo task? È importante la guida e l’orientamento delle persone.
  4. Hai pensato di organizzare dei momenti di socialità virtuale nel tuo gruppo di lavoro per favorire l’interazione positiva, mantenere la coesione e tenere caldo il senso di appartenenza? Puoi proporre, ad esempio, una pausa insieme con un “caffè virtuale”.
  5. Ricordati che sei tu a decidere della tua disponibilità: non dare e non chiedere tempo oltre l’orario di lavoro, a te, ai tuoi lavoratori e alle tue macchine di lavoro, fatte le debite eccezioni.

 

Servizio offerto:

Smart Working System

Professionalità + Tecnologia per aiutare a strutturare il cambiamento

 

Dopo la fase reattiva del telelavoro da Covid19 è bene strutturare adeguatamente lo Smart Working da oggi per essere pronti a ripartire con consapevolezza.

 

www.wikilavoro.com

Modello di servizio:

 

Aiuto PROFESSIONALE

OBIETTIVOAZIENDACAPILAVORATORI

MODALITÀ

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CoachingAiutare nel miglioramento della performance lavorativaweb
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Tecnologia:

ValOre: la piattaforma web per l’organizzazione della persona al lavoro

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